Dalla mia esperienza di lavoro in agenzia matrimoniale al progetto attuale
18.04.2014 00:00
Prima di iscrivermi all'Ordine degli Psicologi, ho lavorato per cinque anni presso un'agenzia matrimoniale di Milano. In quell'agenzia ero stata assunta in ragione dei miei studi di psicologia, ma vi svolsi di fatto un'attività piuttosto ibrida, che spaziava dalla conduzione dei colloqui con i/le potenziali clienti (oltre 2.000 colloqui in cinque anni), alla definizione del profilo degli iscritti e del partner ricercato, alla messa in contatto del'uomo e della donna virtualmente compatibili, unitamente alla successiva verifica dell'esito degli incontri e all'esercizio di una continuativa funzione di ascolto e di indiretto sostegno psicologico in tutti quei i casi in cui gli incontri non andavano a buon fine o mancavano temporaneamente profili che corrispondessero alle caratteristiche richieste.
Nonostante l'intento dell'agenzia fosse quello di soddisfare i clienti, dando loro la possibilità di conoscere la persona desiderata (e a tal fine venivano pubblicati settimanalmente numerosi annunci sulle varie testate editoriali), devo riconoscere che ben poche persone sono riuscite a trovare il/la compagno/a ricercato/a attraverso il nostro servizio, né miglior fortuna arrideva a chi si rivolgeva ad altre agenzie e approdava alla nostra struttura solo in seconda battuta.
Gli scopi commerciali di qualsivoglia agenzia matrimoniale finiscono infatti per avere il sopravvento sulla qualità del servizio proposto. Convalidando le aspettative molto spesso irrealistiche degli/lle interessati/e (pena il rischio di perdere il/la potenziale cliente), ci si preclude la possibilità di un'obiettiva analisi della domanda e di un lavoro psicologico su quelle problematiche individuali che spesso rappresentano la vera causa della difficoltà a trovare un partner (v. Relazioni di sostegno ). Il lavoro psicologico esula infatti dalle finalità delle agenzie matrimoniali, che si propongono come servizio in grado di fornire su un piatto d'argento l'immediata soluzione d'ordine materiale al vissuto di solitudine (procurare il partner), senza rischiare di rendersi sgradite mettendo troppo in discussione le pretese del/lla cliente o i suoi presupposti di fondo (es. "Voglio incontrare un uomo di 40-45 anni, celibe, senza figli, bello, ricco, professionalmente affermato, disposto a sposarmi e a mantenermi, dolce e affettuoso, che non esca alla sera con gli amici, non si interessi di calcio, e che sia alto almeno m. 1.80...").
Consapevole fin da allora di questa impasse, ma impossibilitata dal mio ruolo subalterno a trasformare una strategia aziendale che risultava sicuramente vincente dal punto di vista della redditività, considero oggi quell'esperienza lavorativa come il luogo da cui ha preso origine la mia iniziativa attuale, nella misura in cui mi propongo di offrire oggi (v. Il Percorso Guidato), almeno alla metà femminile del mondo dei single, proprio ciò che mancava al servizio di allora, e che continua a mancare in quello proposto dai nuovi siti di ricerca del partner (v. i siti d'incontro).
Mi riferisco a una forma di addestramento individuale ("training") dove l'aiuto, invece di focalizzarsi sull'obiettivo illusorio di procurare un "partner su misura" gareggiando con Cupido nel far sbocciare l'amore (mediante un'ampia gamma di persone da incontrare, o viceversa optando per una preselezione ristretta ma qualitativamente mirata), miri piuttosto al ridimensionamento psicologico delle aspettative e al recupero/sviiluppo di tutte quelle risorse che possono aiutare la persona a meglio valorizzare se stessa e a incrementare la propria autonomia, rendendo così la donna più "interessante" anche agli occhi di quegli uomini che incontrerà in futuro, sia per destino che per propria ricerca attiva.
Egler Ghinato
Leggi il "racconto breve" di Egler Ghinato: L'agenzia matrimoniale.pdf (182 kB)
Leggi: Relazioni di sostegno
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MILANO capitale dei single
Tra le città italiane che contano la maggiore concentrazione di single troviamo al primo posto Milano.
Già nel 2008 i giornali parlavano della metropoli lombarda come di una città in cui le famiglie unipersonali superavano ormai il numero complessivo delle famiglie residenti, con 327.816 nuclei familiari monopersonali in una città di circa un milione e trecentomila abitanti, che annoverava poco più di 625.000 famiglie in totale.
Non ho trovato conferma di questo dato consultando le statistiche on line del Comune di Milano, dove le stime calcolate per il 2007 (sulla base delle informazione censuarie) mentre confermano a poco più di 625.000 il numero totale delle famiglie, correggono in difetto quello delle famiglie unipersonali, riducendole a 258.396 (cfr. statistiche Comune di Milano).
Ma poiché su questi numeri pesano anche gli anziani accuditi da badante o istituzionalizzati nelle Case di Riposo, e i molti ragazzi che abitano per conto proprio nel capoluogo lombardo per motivi di studio, per avere una fotografia più realistica della percentuale effettiva di single residenti a Milano (per come comunemente li intendiamo), occorre scorporare i dati in base all'età.
Ne risulta che, in età compresa tra i 30 e i 49 anni, le persone d'ambo i sessi che vivono da sole sono ben 91.511, e di questi le donne sono 39.713. Saliamo infine a un totale di 136.322, se prendiamo in considerazione la fascia d'età più allargata, dai 30 ai 64 anni. In questo caso le donne single di Milano risultano essere ben 64.905.