DESTINATARIE: DONNE IN DIVIETO D’AMORE
Il Percorso Guidato di Gestione della Solitudine si rivolge a tutte quelle donne che, per specifiche problematiche individuali e/o relazionali, o per il sopravvenire di eventi critici esterni, si trovano ad affrontare un doloroso vissuto di solitudine. Questa solitudine può derivare dalla mancanza o dalla perdita di una figura affettiva importante (partner, coniuge, familiare, ecc.), o dall’assenza di una rete di rapporti interpersonali soddisfacenti. In altri casi, la solitudine può essere invece una paura che occorre superare per riuscire a porre fine a una relazione di coppia che è solo fonte di continui maltrattamenti e sofferenze.
Definire le potenziali destinatarie come “donne in divieto d’amore” (cfr. homepage) significa pertanto circoscrivere l’ambito d’intervento a situazioni che non comportano necessariamente patologia e disturbi di personalità, ma solo l’incontro-scontro tra specifiche vulnerabilità individuali e circostanze di vita particolarmente difficili da gestire sul piano affettivo. Ponendosi obiettivi precisi e di portata limitata, è dunque possibile strutturare il Percorso sulla breve durata (4-6 mesi), che verrà predefinita in occasione del colloquio preliminare, diversamente da quanto avviene nella maggior parte delle psicoterapie. Questo rende il servizio più agile e accessibile, in termini di costi e tempi, ma soprattutto lo configura come un aiuto temporaneo di tipo non-patologizzante, centrato sul presente e finalizzato al recupero delle risorse in una fase critica di vita.
La solitudine si pone inevitabilmente a cavallo tra il versante interno (psicologico) e quello esterno (sociale e relazionale), senza rappresentare comunque una malattia. Poiché spesso costituisce tuttavia un'autentica forma di disagio, proprio il versante psicologico può essere utilizzato come "leva" per innescare un cambiamento in grado di riversarsi positivamente anche su quella situazione esterna che è motivo d’insoddisfazione e malessere. Non esiste, infatti, altro modo per cambiare gli altri o le cose che quello di cominciare a cambiare se stessi.
A titolo di esempio, il Percorso può quindi rivolgersi a:
- donne single in cerca di un partner che non trovano, o che dal partner sono state appena lasciate;
- mogli in fase di separazione, o neo-separate, che devono riprendere in mano la propria vita al di fuori della dimensione di coppia;
- figlie adulte che convivevano con genitori poi venuti a mancare, o vedove che faticano a gestire il processo di elaborazione del lutto;
- donne che mantengono dolorose relazioni di coppia con uomini maltrattanti/trascuranti, perché non riescono a fare a meno di loro;
- donne che si sentono isolate, perché sperimentano con gli altri solo relazioni conflittuali;
- ecc. (l’elenco sarebbe molto lungo)
POSSIBILI INVIANTI
1) MEDICI DI BASE:
non è infrequente che le neo-separate, le vedove, le figlie in lutto, ecc..., quando prive di un’efficace rete relazionale di supporto, si rivolgano sempre più spesso al proprio medico curante per tutta una serie di disturbi collaterali (insonnia, ansia, indisposizioni, dolori migranti, ecc…), quasi a segnalare con il sintomo fisico tutto il malessere interiore che viene dalla mancanza/perdita di importanti figure di riferimento, e il bisogno di un interlocutore disposto a prestare ascolto a una sofferenza che non trova altro canale di espressione che quello somatico;
2) PSICHIATRI e NEUROLOGI:
la farmacoterapia cura la patologia ma non ci sono farmaci per "curare" la solitudine. Qualora il disturbo diagnosticato a una paziente risulti aggravato dalla mancanza di un supporto familiare e di una rete relazionale, questo Percorso Guidato potrebbe costituire un intervento integrativo di sostegno a scopo (ri)-abilitativo, in quanto specificamente mirato a fornire un aiuto strategico in ambito socio-relazionale.
3) AVVOCATI MATRIMONIALISTI DIVORZISTI:
la cliente che si rivolge allo studio legale per una pratica di separazione non consensuale, voluta dalla controparte, trova nell'avvocato una figura competente a sbrogliare la matassa delle questioni giuridiche, econonomiche e di affidamento dei figli, ma spesso la difficoltà psicologica di accettare la fine del rapporto e il rancore portato al coniuge per tutte le sue "colpe" vere o presunte contribuiscono a complicare i procedimenti da mettere in atto. Il Percorso Guidato può aiutare la donna a sostenere le molteplici sfide che le vengono poste dalla rottura del proprio matrimonio, reindirizzando la sua progettualità e le sue risorse, nonché offrendo uno spazio di ascolto a quel marasma emozionale che di solito scaturisce dal vissuto di perdita e di fallimento.